domenica 1 aprile 2012

Medal of Honor: Warfighter

San Francisco - La Game Developers Conference 2012 sta entrando nel vivo dei suoi appuntamenti e, di fianco alle conferenze più tecniche e particolari, non mancano gli eventi dedicati ai titoli più di richiamo del settore. Tra gli attori principali non poteva certo mancare Electronic Arts che, con un evento organizzato in un club nella downtown di San Francisco, ha presentato alla stampa il prossimo capitolo di uno dei suoi sparatutto di punta: Medal Of Honor: Warfighter, in arrivo per PC, Xbox 360 e PS3 alla fine di ottobre. 



Una questione personale 
Prima di procedere con l'articolo è necessaria una breve riflessione sulla particolare situazione in cui si trova EA in fatto di FPS bellici: Battlefield 3 è stato un grande successo commerciale per il quale arriveranno a breve dei contenuti aggiuntivi ad alimentare l'esperienza dei giocatori, si sente davvero il bisogno di titolo parallelo che a prima vista va a posizionarsi nello stesso segmento di mercato?
E' vero, Medal Of Honor: Warfighter ha dei punti in comune con la produzione DICE (e non solo l'utilizzo del Frostbite 2, il motore grafico proprietario sviluppato dagli svedesi), ma è la concezione di fondo che prende il via da due punti di partenza decisamente diversi dal punto dell'esperienza che si vuole proporre. In Battlefield 3 abbiamo uno scenario di guerra su vasta scala, mentre in Medal Of Honor: Warfighter l'attenzione è posta più sui singoli componenti delle varie squadre speciali che incontreremo nel gioco. Parliamo di squadre al plurale perché non si tratta più soltanto degli americani, come ci ha detto Greg Goodrich, Executive Producer della serie, in Polonia i ragazzi non sognano di diventare dei Navy Seals, bensì dei militari del GROM. E' così che le squadre che potremo impersonare saranno dodici, spalmate su dieci diverse nazioni tra cui Gran Bretagna, Germania e Australia, così da soddisfare un bacino d'utenza il più vasto possibile. Freniamo i facili entusiasmi perché, purtroppo, per il momento non è stata svelata la presenza di forze speciali italiane, nonostante la grande quantità di reparti presenti nel nostro Paese e la loro riconosciuta capacità a livello internazionale.
La scusa per questa compagine eterogenea di addestratissimi militari è da ricercarsi nella natura della minaccia terroristica, che fa della ramificazione in tutto il mondo uno dei suoi punti di forza così da sollecitare la risposta di tutte le nazioni coinvolte. 



Tratto da una storia vera 
Dopo una prima disamina delle caratteristiche generali della produzione Electronic Arts, siamo passati alla visione di un livello di gioco ambientato nelle Filippine, più precisamente a Isabela City, la capitale della provincia di Basilan, teatro di scontri tra le forze governative e i terroristi dell'Abu Sayyaf, un gruppo separatista collegato ad Al Qaeda.
Come se non bastasse la particolare situazione di tensione nell'area a rendere le cose difficili, il livello visto in movimento è ambientato durante un'alluvione di ingenti proporzioni, che vedrà il combinato impegno di forze speciali statunitensi e filippine per la liberazioni di alcuni ostaggi.
La prima cosa che salta all'occhio non appena la partita prende il via è l'utilizzo del Frostbite 2, che si riconferma come un motore grafico solido e curato, in grado di garantire un frame rate stabile nonostante gli ottimi effetti che impreziosiscono l'azione. Qualche texture non ci è sembrata particolarmente definita, e le animazioni non sono state sempre perfette, ma visto il tempo che ci separa dalla distribuzione confidiamo che queste piccolissime indecisioni tecniche vengano risolte così da fornire un'esperienza di alto livello su tutti i fronti.
Tornando al gameplay, è evidente come l'azione sia diretta a trasmettere la sensazione di far parte di una ristretta elité di uomini letali e dalla professionalità ineguagliabile, questo grazie anche ai molti consulenti militari che sono impegnati nella produzione del titolo. L'esperienza personale è esaltata dal continuo botta e risposta tra i vari membri della squadra e da un'azione caratterizzata da veloci scontri a fuoco in ambienti chiusi, proprio come ci si aspetta da un'operazione di search & rescue. Viene anche data al giocatore la possibilità di scegliere tra diversi approcci in alcune situazioni, per sfondare una porta si potrà infatti adottare una tattica più aggressiva, a base di esplosivo, o una tattica più sottile, con l'ausilio delle fidate granate stordenti che ci daranno qualche secondo di "bullet-time" per colpire i nemici soggetti all'effetto degli ordigni.
In seguito alla liberazione degli ostaggi abbiamo visto prendere il via una sezione a bordo di un gommone lanciato a tutta velocità tra le strade allagate di Isabela City, che vede il giocatore al controllo di una mitragliatrice fissa, così da concentrarsi sulla protezione degli occupanti dell'imbarcazione. Certo, non è niente di nuovo dal punto di vista del gameplay, ma è occasione per apprezzare nuovamente il Frostbite 2 in azione con delle sequenze decisamente spettacolari.
Dopo quest'ultima fase si viene prelevati da un elicottero che porta in salvo ostaggi e membri delle forze speciali così, mentre lo si vede volare verso l'alba, non si può fare a meno di pensare che tutto quanto appena visto sia tratto da una storia vera (anche se i dettagli sono, ovviamente, top secret), e che ci sono davvero uomini che queste cose le fanno per mestiere.


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